NO ALLA FUNIVIA POZZUOLI-BACOLI

 

Le giunte comunali bacolesi e puteolane, sotto spinta dell”assessore Gerundo hanno approvato la delibera criminale, che prevede la creazione di una funivia che colleghi i vari comuni del territorio flegreo, zona già vittima di una gentrificazione estrema che ha portato gli abitanti del posto a dover essere “turisti” del proprio luogo, potendo usufruire degli spazi circostanti in minima parte, o pagando caramente strutture private, che tramite la politica locale si sono impossessate del territorio.

Tali politiche hanno portato questa zona ad esser una merce di scambio, per imprenditori collusi con la camorra e politica corrotta. Lo specchietto per le allodole, della cittadina tranquilla, pulita, porta con sé il fantasma delle persone che prima ci abitavano, i quali si sono trovati costretti col tempo              “a emigrare” in zone più economiche, data la disparità venutasi a creare.

Sotto questo preambolo, si apre la nuova iniziativa portata avanti dal “barone” dell’Università di Salerno, Roberto Gerundo, assessore del comune di Pozzuoli, il quale è riuscito ad ottenere la delibera da parte della giunta puteolana, e di conseguenza anche quella bacolese.

-Cosa si cela dietro questa inziativa?-

Più che pensare agli ovvi introiti economici che porta tale piano criminale, ai vari appaltisti, assessori, imprenditori, si può pensare a quello che ci si ritrova davanti, ovvero un piano di devastazione naturale.

La funivia infatti, distruggerebbe tutto l’ecosistema sia paesaggistico, sia naturale della zona flegrea. L’installazione di dieci chilometri di fili e contro-fili, diventerebbe una delle più grandi in Europa, e sicuramente una delle più nocive.

Fa ragionare anche, come tale iniziativa di circa 100 milioni di euro, sia stata proposta e approvata in tempi, per la giunta, decisamente brevi. Fa pensare  anche come non vi sia stata alcuna iniziativa per investire tale danaro nelle infrastrutture fatiscenti già presenti.

Tale rappresentanza politica non ci serve, anzi è un nemico da combattere.

 

–NON CI RESTA CHE LOTTARE–

Siamo contro tale devastazione naturale e culturale del luogo.

Siamo contro il dio danaro e tutto ciò che esso riserva.

Siamo contro politica corrotta, imprenditoria collusa e i servi di tale sistema.

Siamo pronti a lottare: manifestando, sabotando e difendendo il nostro territorio.

 

 

Anarchici e Anarchiche Campani

 

 

 

 

 

 

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